Quando non riesci a fare una cosa, dilla.
Qualche tempo fa ho letto un articolo di Oliver Burkeman in cui parlava della potenza delle parole quando non riesci a fare materialmente qualcosa. Diceva che quando siamo imbarazzati e non riusciamo a dire o a fare una cosa dire alle persone che abbiamo di fronte che “siamo imbarazzati e che non riusciamo a dire o fare quella cosa”, beh, leva tutto l’imbarazzo. Paradossalmente proprio questo abbassa la tensione e l’ansia e mette a loro agio anche le persone che abbiamo di fronte. Ok, non che sia la scoperta dell’acqua calda, ma solo leggere quell’articolo mi ha fatta sentire a mio agio. Forse in passato l’avevo pure fatta questa cosa di raccontare quello che non riuscivo a fare nel momento esatto in cui avrei dovuto agire, ma in ogni caso quell’articolo mi ha levato metà del peso che situazioni difficili ti mettono addosso.
Ha iniziato a sperimentar la questa cosa di dire quello che non riesco a fare ed è davvero geniale. Mi ha fatto ripensare anche alla logo terapia di Viktor Frankl oltre che alla Parola, quella parola, quella parola che è diventata verbo, scritta in tutte le parabole religiose. E da qui lunghi pensieri verso quelle affermazioni potenti presenti nei libri di Florence Scovel Shinn e ancora i mantra di tutte le correnti spirituali.
Verbalizzare: che atto potente! Quante volte ce lo dimentichiamo? Quante volte usiamo parole terribili per descrivere situazioni che vorremmo cambiare? Quante volte è ben più grave è quello che esce dalla nostra bocca rispetto a quello che decidiamo di mangiare o bere? Non ci sono olio di palma, solfiti, conservanti più nocivi delle parole pesanti che molto spesso escono dalla nostra bocca e che nuocciono alla nostra salute e a quella degli altri.
Da qualche tempo mi costringo ad usare altri termini per descrivere quello che vivo. Parole nuove che possono imprimersi nella mia testa e mutare l’aspetto delle cose prima dentro di me e poi fuori di me. Ed ora questa cosa di parlare di quello che non riesco a fare che potrebbe diventare un modo per indirizzare l’energia e ridurre sempre più quel confine che separa il detto dall’agito.
Ed un giorno FARE l’impossibile.
Molto interessante… e vero…
Grazie mille Gisella!