DiscienzaediDio #StoryOfGod
In Story of God, il documentario a puntate in onda su Netflix, in cui vediamo Morgan Freeman andare in giro per il mondo a cercare risposte sulla nascita delle religioni e sull’esistenza di Dio, c’è una puntata che s’intitola: Chi è Dio?
In questo capitolo si cercano i motivi per i quali alcuni popoli siano rimasti legati al culto di molte divinità e altri, invece, al culto di un solo Dio che incarna tutte le energie dell’universo.
Oltre a questo, che già di per sé è molto interessante, c’è una cosa ancora più interessante che il documentario ci fa scoprire.
Morgan Freeman va Philadelphia a incontrare un neuro scienziato che conduce ricerche atte a verificare se le esperienze spirituali e le credenze in qualsiasi forma di divinità, energia o Sé Superiore possano modificare il cervello e avere conseguenze sul bios.
Quello che emerge dagli studi è che quando una persona che crede in qualcosa pratica una meditazione con una preghiera mettendosi in connessione con questa energia superiore, tutte le aree del cervello di questa persona iniziano a lavorare intensamente.
Lo stesso esperimento fatto su un ateo al quale viene chiesto di meditare per la stessa quantità di tempo, non porta agli stessi risultati. Le aree del cervello a lavoro risultano pochissime e poco attive.
Secondo Andrew Newberg questo sarebbe il motivo per il quale chi crede in qualcosa inizia ad avere una visione del mondo completamente differente, inizia a collegare le diverse cose che accadono nella vita, a unire i puntini. E questo sarebbe il motivo per il quale credere in qualcosa può davvero fare la differenza nelle nostre vite.
Questa sarebbe la spiegazione scientifica di quello che noi chiamiamo trasformare il nostro punto di vista attraverso una credenza.
Per quanto mi riguarda non avevo bisogno di sentirlo dire da uno scienziato
eppure
ho avuto bisogno di sentirlo dire da uno scienziato.